Perché il commercialista è il consulente migliore
Conoscete l’arte della tostatura del caffè?
Durante la tostatura avviene il processo più importante: la separazione della pellicola esterna del chicco di caffè, la caramellizzazione degli zuccheri e la tostatura dei chicchi di caffè che cambiano colore. Me ne sono accorto oggi pomeriggio, in una torrefazione, dove mi hanno fatto vedere in un piattino i chicchi (verdi) che stavo bevendo.
Aumentano di volume del 30% e sprigionano un diverso profumo, che ricorda il pane tostato.
Il barista, dopo avermi fatto vedere quel che stavo bevendo in questo piattino, mi ha detto che il caffè buono dipende molto dai chicchi in ingresso.
E’ stato in quel momento che ho pensato: è come coi Commercialisti.
La materia prima in ingresso
Ho insegnato tutta la vita, a tanti diversi tipi di interlocutori. Per restare solo all’ambito professionale degli adulti (escludendo quindi gli studenti universitari), ho tenuto corsi per manager, dipendenti di settori tecnici, dipendenti di settori commerciali, imprenditori di tutti i campi, dirigenti di banca, confidi, associazioni di categoria e pubbliche amministrazioni, liberi professionisti di tutti i campi.
Alla fine, da tutte queste esperienze, posso dire di aver conosciuto tanti chicchi di caffè.
Tra tutti, dopo un quarto di secolo di esperienza, ho scelto quello che, a mio modo di vedere, è il chicco migliore.
La ragione tecnica è molto semplice, e dipende dal fine della tostatura. Nel mio caso, il fine della tostatura è creare una rete di professionisti che vanno insieme sul mercato. Quel caffè, deve essere il migliore, perché il palato del cliente imprenditore è molto esigente.
Ergo, la materia prima in ingresso deve essere selezionata.
Alcuni – molti, in verità – mi hanno chiesto perché, negli anni, io abbia selezionato soltanto i Commercialisti, tra i tanti potenziali fruitori dei miei servizi, al punto da dedicare il mio blog professionale soltanto a loro. In questo articolo, molto diverso dagli altri, rinuncio volentieri al tono tecnico che di solito uso, per rispondere a questa obiezione.
Perché i Commercialisti, e non anche altri professionisti?
Ho scritto un importante articolo sul ruolo dei Commercialisti nella società odierna, talmente importante che i social non mi hanno permesso di divulgarlo come avrei voluto (se vuoi leggerlo lo trovi qui). Il Commercialista è una persona che ha in mano il destino di altre persone, e va trattato in modo speciale.
Il perché di una scelta
Ogni processo di trasformazione produce un cambiamento da un input ad un output. In quella black box che è un’impresa, ogni materia prima in ingresso – siano essa per l’economia classica mezzi, o capitale, o lavoro – diventa un prodotto o servizio di output. Molti non hanno capito che dietro questo blog vi è un’impresa, che ha un progetto di consulenza sul mercato.
Per operare, la qualità del prodotto è essenziale, e il mio obiettivo è una struttura di impresa teorizzata in materia di strategia, ma ancora non realizzata in pratica. Si chiama impresa di rete, che si basa su un forte idem sentire tra i membri, come si sta creando tra il sottoscritto e i suoi ormai molti “allievi”. Uso il termine allievi tra asterischi, sia perché è un modo per me affettuoso di definire uomini e donne adulti, professionisti affermati, sia perché tra noi è nato un rapporto speciale, difficile a spiegarsi senza frequentare le mie aule e senza fare consulenza insieme sui clienti.
Io posso usare la stessa procedura di tostatura, posso fare la stessa lezione in due aule diverse, e posso registrare diversi risultati in ciascuna aula.
Lo stesso processo comunicativo può cioè dare diversi risultati in funzione del ricevente, e non dell’emittente il messaggio. Due chicchi diversi di caffè possono dare come risultato due diversi prodotti – e quindi, due caffè diversi al palato – in funzione della diversità della materia prima in ingresso. Perché, dunque – questa la domanda di alcuni – hai scelto di specializzarti nella materia prima “commercialista”?
La ragione, in una parola, è: serietà.
La caratteristica principale che io ho riscontrato, in un quarto di secolo di esperienza professionale, è la serietà. Serietà significa molte cose, per il sottoscritto; dal rispondere al telefono, al rispetto della parola data, dalla capacità di approfondimento del tema alla pacatezza della risposta, dalla stabilità mentale alla sicumera dimostrata in condizioni di stress.
Io non sono commercialista, ma lavoro con amici commercialisti da sempre, insieme, in diverse società, studi professionali, rapporti di vario tipo. La diversità di competenze è sempre stato un punto di forza di team di progetto strutturati, dove si interveniva in consulenze aziendali organizzate per competenze miste ed articolate, e dove non esisteva la paura di rubare il cliente, la cultura del sospetto, l’attitudine allo scontro verbale per dimostrare chi fosse il più esperto.
Tutte queste cose mi annoiano terribilmente, perché mi ricordo sempre di un insegnamento di un americano, che una volta mi disse un loro detto: “if you are so smart, why aren’t you so rich?”.
Se sei così furbo, perché non sei così ricco?
Varrebbe la pena di porre questa domanda ai tanti fenomeni che intasano i dibattiti su linkedin e altre piattaforme social, per dimostrare ad altri di essere dei geni. Salvo poi trascurare di spiegare perché, con tanta brillantezza, debbano optare per il regime forfetario, per il proprio mirabolante studio.
Cosa significa serietà
Il commercialista è dunque la categoria di persone alla quale ho deciso di scrivere, comunicare, parlare a mezzo video perché, per mia diretta esperienza, è il tipo di consulente più serio. Lo è perché non si limita al mestiere di fare fotocopie per girare le banche, in quella attività che io chiamo “giro delle sette chiese”.
Al contrario, è uno studioso, abituato ad approfondire, leggere, verificare, migliorare quotidianamente.
Il mio percorso è rigoroso, perché si basa sulla competenza tecnica, in quanto io sono tra coloro che ritengono che si debba conoscere la materia, e non le persone. Dato che io ho un progetto di consulenza di rete, come sopra accennato, il vero motivo della mia formazione non è genericamente orientata al trasferimento di conoscenze, ma orientato al fare consulenza insieme. Per essere più preciso, per mandare su miei clienti (imprese) persone formate da me. Può interessare o meno, tale progetto.
A molti commercialisti che hanno seguito – e seguono tutt’ora – i miei corsi, interessa.
Il motivo fondamentale per il quale io cerco questa materia prima, per le mie aule, e non un generico consulente aziendale, è la serietà dell’approccio. Io non prometto miracoli, come il diventare esperto di finanza aziendale in un week end, perché non sarebbe serio. Io prometto materiale di altissimo livello, operativo e professionalmente valido, solo se abbinato a uno studio rigoroso, metodico e applicato praticamente su casi reali.
Il caffè, è buono se il processo è valido, e quel processo io lo chiamo MasterBANK, il corso da cui escono i Finanzialisti, la nuova categoria professionale specializzata in finanziamenti d’impresa, che ha a cuore le persone e le loro aziende.
Tuttavia, in un buon processo non si può garantire un risultato di alto livello se non con materiale in ingresso di alta qualità.
E’ il commercialista è il tipo di chicco che preferisco, ed ora l’ho detto chiaramente.
Guarda le testimonianze dei chicchi migliori, clicca sull’immagine sotto:
Ciascuno, del resto, ha il proprio palato, ed il mio, è piuttosto esigente.