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Le grandi opportunità per il Commercialista nel futuro

Molti Commercialisti, ogni giorno, mi raccontano dei problemi di una professione che, negli ultimi decenni, è stata vituperata da logiche burocratiche che voi, meglio di me – che Commercialista non sono – conoscete. Eppure, proprio per questo, io vedo grandi opportunità all’orizzonte, per quelli che sapranno coglierle. Per coglierle, tuttavia, occorre provare a riaccendere il pensiero laterale di cui tutti siamo dotati, cominciando dalle piccole cose: leggere questo articolo, per esempio, superando la classica sindrome di San Tommaso.

Partirò dal dire che proprio perché non sono Commercialista, ma studioso di strategia, analizzo i mercati e se, anni fa, ho scommesso su questo, è perché ci sono, in termini strategici, delle ragioni razionali. Vederle, dal di dentro, è meno facile di chi, come me, le osserva dal di fuori.

Proviamo a contestualizzare quello che, a parere di molti vostri colleghi sia un declino inesorabile della professione.
Intanto, ogni industria ha un ciclo di vita.

Possiamo convenire sul fatto che l’industria del Commercialista sia nella fase della maturità o forse – come lo conosciamo – nel declino, ma ho una grande notizia per voi: a differenza del ciclo di vita del corpo umano, il ciclo di vita di una industria, o mercato, si può rinnovare. Del resto, pochi di voi forse sanno che Aristotele già parlava di voi nel suo libro la politica, che ho qui sulla mia scrivania, usando termini originali in greco antico, per definire i revisori dei conti o gli avvocati del fisco, che lui chiamava magistrati, e che per brevità e non annoiarvi non starò a disquisire.

Dirò però che se una professione viene conosciuta e rispettata per millenni, esiste una base statistica di dati per poter affermare che, probabilmente, si trasformerà ancora in qualcosa di diverso.

L’evoluzione professionale

La ragione per la quale affermo quanto sopra è data da una seconda doppia curva ben nota agli studiosi di strategia, che è la seguente:

E’ stato così per tante industrie; per quella degli hotels, come per quella dei treni, per quella dei personal computer, come per quella delle prenotazioni dei viaggi, della ristorazione, dei servizi di trasporti o degli mp3.

Conosco l’obiezione: oh, ma noi non siamo un prodotto o servizio, ma una categoria professionale. Ottimo, ma non spiegatelo a me: spiegatelo alle multinazionali che stanno mettendo a catalogo i commercialisti e gli avvocati nel mondo!

Il punto nodale del mio ragionamento è che finiscono a catalogo i beni e servizi che siano standardizzabili, cioè codificabili in lavori di routine, adatti ai modelli tecnologici in evoluzione. Siete così convinti che sia possibile farlo con la consulenza vera? Io la penso diversamente.

Quindi, ci saranno coloro che, fiduciosi delle barriere protezionistiche date dagli albi professionali, si attaccheranno con la forza della disperazione alle ancore che – sperano – li salveranno dalla mareggiata in arrivo. Costoro, per la mia analisi, non avranno un futuro radioso. Ci saranno altri che, invece di opporsi al cambiamento, sapranno cavalcarlo; a loro mi rivolgo.

Guardate che Darwin diceva che non è la specie più intelligente o più forte che sopravvive al cambiamento evolutivo, ma quella più flessibile. Come sanno gli studiosi di strategia, la flessibilità è una delle capacità (o skills) tipiche di chi pensa in modo strategico.

Secondo i più moderni studiosi di strategia, tra i quali il prof. Jacobides, che recentemente ha pubblicato un suo paper su Harvard Business Review, ci saranno 3 tendenze evolutive in questa decade nella quale siamo appena entrati, cioè gli anni 20 del XXI secolo:

  1. A rollback of regulatory protection
  2. A blurring of the separation between products and services
  3. The technology that revolutionizes how firms can serve customers

La maggior parte dei Commercialisti continua a sperare che non cambi un mondo professionale che si basava sulle barriere protezionistiche di tipo ordinalizio, su una netta separazione tra prodotti e servizi su una relativamente bassa rivoluzione tecnologica. Questi tre pilastri, su cui si basava la professione del Commercialista nelle decadi precedenti, sono crollati; non per questa industria, per tutte.

Al contrario, in futuro, ogni studio professionale sarà inserito in quello che in strategia si chiama ecosistema. Le domande che ogni studio professionale dovrà porsi (come ogni altra azienda del mondo), saranno cinque:

  1. Can you help other firms create value?
  2. What role should you play?
  3. What should the terms be?
  4. Can your organization adapt?
  5. How many ecosystems should you manage?

Sulla base delle teorie di Jacobides e di molti altri autori, tra i quali Mintzberg, ho sviluppato una mia teoria sul mercato dei commercialisti italiani, che a mio modo di vedere in questo decennio si collocheranno in un modello a quattro quadranti, su due variabili.

Certo, non ci saranno grandi opportunità per coloro che resteranno in quello che io chiamo il modello attuale, cioè “homo homini lupus”, caratterizzato da dinamiche di competitività molto alta, tipiche di un mercato maturo che volge al declino, che si scatena nella concorrenza sui prezzi di vendita. Dato che però il mondo futuro sarà orientato alla rete di natura ecosistemica, quelli che sapranno lavorare in rete, anche se nei settori tradizionali, avranno spazio come quelli che sapranno posizionarsi, in solitaria, in mercati di consulenza evoluta e ad alta richiesta, come ad esempio quella finanziaria.

Tuttavia, gli spazi verdi saranno per coloro che sapranno posizionarsi nei mercati della consulenza ad alta richiesta, ma in logica di rete.

Il grafico seguente spiega il concetto.

Pertanto, come tutte le industrie e i mercati del mondo, in ogni epoca, anche quello dei commercialisti non potrà sottrarsi a una logica evolutiva, anche molto violenta e repentina, che probabilmente la vicenda covid andrà ad accelerare.

Queste mie considerazioni, sviluppate negli scorsi anni, non avevano tenuto conto, ovviamente, di un fattore dirompente e imprevedibile come il “cigno nero” del covid.

Quanti settori tradizionali andranno in crisi? Non mi stupirei di vedere, tra questi, quello delle consulenze legate agli adempimenti tradizionali, soprattutto se slegate da una logica di rete.

All’opposto, io vedo delle enormi opportunità in mercati vergini sviluppati in logica di rete, che gli autori di strategia chiamano “blu ocean”, nei quali attuare una delle tre strategie di base che ci insegna michael Porter.

Conclusioni

Molti commercialisti pensano che la strategia sia un qualche cosa di intuitivo, di banale, connaturato a ciascuno di noi.

Da docente di Corporate Strategy and Governance, vi dico invece, dopo aver dedicato un ventennio allo studio di questa disciplina, che ha delle tecniche, delle meccaniche e delle regole non diverse da qualsiasi altra, come quella fiscale, che certo meglio conoscete.

Parimenti, molti commercialisti pensano a questa materia come a qualcosa di inutile, di “fumoso” o inconcludente, semplicemente perché non esiste un modello excel o un modulo da compilare; vi auguro di non essere tra questi.

Per tutte le persone curiose – di solito, intelligenti più della media – lascio la possibilità di assistere a una mia lezione universitaria sulla evoluzione della professione del Commercialista, con la possibilità di scaricare gratuitamente i materiali, i grafici e la bibliografia allegata.

I più volonterosi potranno anche partecipare gratuitamente ad una lezione del mio corso MasterBANK: visita il sito e chiedi informazioni.

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