La struttura di una relazione di PEF (per il Commercialista specialista in finanziamenti d’azienda)
Indubbiamente, il contesto economico pandemico, la norma sulla crisi di impresa e le nuove normative in materia bancaria concorrono a richiedere nuove competenze al dottore Commercialista.
Sempre più spesso, pubbliche amministrazioni, banche, confidi, intermediari finanziari, leggi agevolate, fondi chiusi e altri soggetti potranno richiedere al cliente la stesura di un Piano Economico Finanziario, al fine di valutare, a vario titolo, l’azienda e la sua evoluzione.
Il cliente si rivolgerà al Commercialista, con ogni probabilità, sottovalutando la complessità del lavoro.
A tal fine, in questo articolo intendo affrontare due tematiche: il rapporto contrattuale di consulenza e la struttura della relazione sul PEF (Piano Economico e Finanziario).
Consigli operativi
Il mio consiglio operativo è quello di chiarire subito al cliente due elementi primari: la peculiarità del lavoro e la sua diversità rispetto alla consulenza tradizionale fornita dallo studio del dottore Commercialista. Intendo dire espressamente che non si tratta di “buttare giù due numeri”, volgarmente detti “business plan”.
Questo modo di ragionare denota la più totale insipienza della materia.
Al contrario, il business plan è elemento necessario, ma non sufficiente, alla costruzione di un PEF. Ciò comporta che il rapporto di consulenza disciplini in modo specifico, chiaro, dettagliato, gli ambiti del lavoro di costruzione del PEF, che deve essere quotato necessariamente a parte rispetto alla normale attività di consulenza dello studio professionale.
Naturalmente siete liberi di costruire il mandato professionale come preferite, ma per la mia esperienza sui PEF sono cinque i temi che vanno disciplinati nel contratto di consulenza specifica che andrete a sottoporre al cliente:
- L’oggetto e la natura del lavoro
- Il gruppo di lavoro e la sua esperienza e specializzazione
- La definizione di onorari e spese
- Gli ambiti di assistenza e di esclusione
- Il dettaglio dell’offerta di consulenza, con il piano programmatico
Chiunque di noi abbia mai firmato un qualsiasi contratto di assicurazione, ad esempio, sa benissimo quali siano gli elementi compresi o esclusi dalla polizza.
Un grave errore professionale è non disciplinare, nel dettaglio, cosa contenga e cosa escluda il mandato firmato dal cliente sul PEF. Peggio ancora; conosco consulenti che iniziano a lavorare in assenza di un contratto firmato, creando poi equivoci non marginali in materia di qualificazione dell’offerta e sua retribuzione.
Il secondo consiglio operativo, una volta definito con chiarezza l’ambito e l’oggetto dell’incarico professionale, che deve essere quotato a parte rispetto alle normali attività dello studio, è quello di preparare la relazione di PEF sulla base di una struttura di relazione precisa e definita.
Nel seguito indico le prime due parti della relazione di PEF, in figura 1.
Fig. 1 – Indice prime due parti relazione di PEF
Come si vede, le prime due parti di relazione di PEF riguardano due temi cruciali, dopo l’introduzione e la descrizione della struttura del Piano Economico e Finanziario: l’inquadramento concettuale e il progetto. Entrambe queste parti sono essenziali per chiarire in modo inequivocabile lo scopo e la struttura della relazione.
Solo dopo aver sviluppato queste due parti dell’analisi, si può procedere con le ulteriori tre parti della relazione, che riguardano l’ipotesi tecnica, la sostenibilità economica e finanziaria e, infine, il capitolo delle conclusioni a cura dei consulenti.
Si veda la figura 2, che contiene le altre tre parti della relazione.
Fig. 2 – Indice successive tre parti di relazione
Come si nota, l’ipotesi tecnica è incentrata sulla soluzione immaginata, e contiene una parte fondamentale: l’analisi degli scenari alternativi. A questa segue la parte centrale dello studio, che si compone della relazione vera e propria di fattibilità, distinta in tre grandi capitoli: i value driver, gli economics, i financials.
Infine, si noti che è opportuno riassumere tutti i capitoli della relazione in un capitolo di conclusioni.
Solitamente, è molto apprezzato dal valutatore esterno (per esempio una Società di Revisione) la presenza di bibliografia e allegati tecnici, a supporto della valutazione economica e finanziaria.
Conclusione
In questo articolo abbiamo compreso due elementi essenziali del PEF: la sua specifica disciplina contrattuale tra cliente e libero professionista e la sua strutturazione in una perizia articolata e strutturata.
Mi preme osservare che non di rado il cliente pensa che tale lavoro sia un semplice business plan, non comprendendo la diversa natura del lavoro, che parte dal business plan ma arriva a diverse e più strutturate valutazioni finanziarie.
Proprio la complessità del lavoro, la sua specificità e la sua specializzazione richiede un team di lavoro organizzato, altamente qualificato, non rinvenibile in tutti gli studi professionali. Il dottore Commercialista che voglia dotare il proprio studio delle competenze necessarie può seguire il video allegato, nel quale si riassumono gli elementi essenziali e i consigli operativi di questo articolo.
Per ulteriori informazioni sul PEF e per diventare Commercialisti Specialisti in Finanziamenti d’Impresa visita www.masterbank.it