Il Cash Flow come non lo sa calcolare il Commercialista generico
Nell’epoca del Coronavirus, secondo recenti studi di Mc Kinsey a livello europeo e di Cerved a livello italiano, risulta che le piccole e medie imprese, per circa la metà, saranno a rischio di default. Uno dei principali problemi sarà la mancanza di liquidità. L’attenzione delle banche sarà massima su questo parametro, e molti consulenti pensano ancora di risolvere il problema con la consegna del bilancio.
Il più grande problema è che non esiste il rendiconto finanziario obbligatorio, in Italia, per la maggior parte delle imprese. Così, molti consulenti pensano di andare in banca parlando di MOL, o EBITDA, o magari di parlare di autofinanziamento inteso come utile più ammortamenti. Questi modi di agire andavano bene anni fa; oggi sono metodi di comunicazione finanziaria del tutto obsoleti.
Molti Commercialisti generici purtroppo non conoscono le basilari definizioni finanziarie, per esempio la differenza tra cash flow operativo, cioè il MOL, e cash flow complessivo.
Inoltre, non sanno esattamente quale cash flow usare tra un cash flow complessivo ed uno netto.
Non conoscono perché quello netto si chiami anche “autofinanziamento in senso stretto”, e in quali tipi di società si possa usare, e in quali circostanze.
Ancora, non conoscono i limiti del metodo del cash flow e quali siano le interpretazioni del cash flow residuo, che nella logica bancaria può avere solo tre applicazioni. Infine, taluni non sanno come una banca calcoli a colpo d’occhio, con un solo passaggio algebrico, il MOL, e come, con soli tre passaggi contabili sul bilancio, sia possibile passare da un cash flow operativo ad una vera liquidità operativa.
Nella lezione, completamente gratuita, ci occuperemo di:
- test di ingresso
- la differenza tra cash flow complessivo e cash flow netto
- come si interpreta il risultato
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