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Consigli operativi, per riscrivere un bilancio in logica finanziaria in modo rigoroso e corretto

In un precedente articolo abbiamo visto quattro voci rilevanti della riscrittura del conto economico e dello stato patrimoniale. In questo, si prosegue la trattazione affrontando elementi operativi, per applicare in modo rigoroso e corretto nella vita professionale elementi di dottrina.

La logica del pareggio di bilancio in 4 numeri

In un precedente articolo, avevo argomentato di come il bilancio, dal lato dell’attivo, debba fare emergere, come totale, il CIN (capitale investito netto). Tale valore coincide con il CE (capital employed) della logica anglosassone, cioè con il capitale impiegato o investito. In altri termini, non coincide affatto con il totale del nostro stato patrimoniale, come molti credono. Del resto, deriva, come si è visto, dalla crasi di decine – rectius, centinaia – di poste contabili, atte a far emergere due e solo due voci di sintesi:

  • Net working capital
  • Net fixed assets

Se dunque il totale del nostro attivo è dato dal CE, che corrisponde alla somma di tali due poste, il problema teorico che ci troviamo a dover risolvere, da un piano operativo, è quello di riscrivere un bilancio nel quale, al passivo, ci siano due e solo due aggregati fondamentali:

  • D (debt, debito finanziario)
  • E (equity, patrimonio netto)

Il totale del passivo così riscritto sarà il total funding, cioè il totale del capitale raccolto che, per ovvie ragioni, non sarà mai pari – come molti credono – al totale del passivo dello stato patrimoniale come lo leggiamo dal bilancio.

Pare semplice, la teoria.

In pratica, così come non è banale arrivare alla determinazione dell’attivo nei bilanci reali, così non lo è determinare correttamente il passivo nella reale vita professionale.

Vediamo alcuni consigli operativi per ottenere il risultato noto in dottrina.

 

PRIMO CONSIGLIO: LA PFN

Il primo consiglio operativo è quello di fare emergere, al passivo, la PFN (posizione finanziaria netta) sia di breve sia totale. Il calcolo appare non banale, dovendo andare a identificare le separate poste di natura esclusivamente finanziaria del passivo, nettandole dalle componenti di attivo. Se il calcolo di compensazione delle varie poste del passivo patrimoniale (nettate dalle corrispondenti di attivo) risulta corretto, allora dovreste trovarvi in una situazione di equilibrio di bilancio su nuovi valori, come nello schema seguente:

Il valore di tale riclassificazione, che è quella usata dal sistema bancario, è di poter così immediatamente procedere al corretto rapporto di leverage finanziario, dato dal rapporto di D (PFN totale) su E (Patrimonio netto).

Un bilancio più semplice

La riscrittura del bilancio in chiave finanziaria (quella usata dai sistemi di rating bancari) ha un grande vantaggio: la semplicità. Infatti, il bilancio viene ricompattato in due sole voci di attivo e (come si è visto) due sole voci di passivo, quadrando nuovamente i conti. L’operazione, dal punto di vista teorico, appare semplice. Le operazioni di calcolo, tuttavia, riguardano molte decine di poste, e non sono affatto scontate o banali, come sa chiunque si sia cimentato nel lavoro professionale su bilanci reali. Il modo migliore per comprenderlo è quello di imputare i valori del bilancio su vari anni (almeno 4) su un foglio di calcolo e verificarne la quadratura con il modello dei 4 numeri di cui sto teorizzando.

In pratica, succede quanto segue nella tavola seguente, dove si ricorda che l’originario bilancio, ora trasformato in chiave semplificata ai fini dell’analisi finanziaria, non conteneva affatto quattro righe ma, come si può osservare, centocinquanta. Si percepisce allora in modo evidente – ictu oculi – il valore della semplificazione, da un punto di vista numerico, a fronte di non così banali operazioni di quadratura automatica, che deve essere insegnata al nostro elaboratore in ufficio.

Secondo consiglio: riscrivere il Rendiconto Finanziario

Altro discorso è interpretare il rendiconto finanziario nella logica bancaria. Chiunque ragioni in logica finanziaria – come una banca – è interessato a far emergere alcune grandezze del rendiconto e quindi lo riscrive in un modo particolare e non così consueto. Ad esempio, il cash flow lordo:

Come si osserva in figura, uno dei molti passaggi è la determinazione dle cash flow operativo lordo, che deve tenere in considerazioni diverse grandezze in termini di scostamento – come noto – tra due anni consecutivi. Quindi, certamente una banca richiede di riclassificare in questo modo la lettura del normale bilancio di esercizio:

Come si vede, dal cash flow operativo lordo, passando per quello netto, arrivando a quello gestionale, si deve poi fare emergere altre grandezze indispensabili a una corretta valutazione del rendiconto finanziario in logica bancaria, cioè i free cash flow e la variazione della posizione finanziaria netta totale.

Come si vede nei passaggi delle figure sopra riportate, emergono le 2 regole fondamentali di quadratura del rendiconto finanziario in logica bancaria:

  • Free Cash Flow e Delta PFN Totale coincidono in valore assoluto
  • Excess Cash Flow e Delta PFN a breve coincidono in valore assoluto

Le due regole, teorizzate dalla migliore dottrina, non sono così banali da ottenersi nella pratica operativa su un reale bilancio di esercizio, come quello documentato in questo articolo.

Conclusioni

In questo articolo ho fornito due consigli operativi, atti a fare emergere indicatori di importanza strategica bancaria, sia sul lato dello stato patrimoniale, sia sul lato del rendiconto finanziario. Se tali logiche sono note a tutti gli esperti di finanza aziendale e in particolare alla nicchia dei finanziamenti di azienda, la loro applicazione, passando dal piano teorico a quello operativo e professionale, non è cosa banale.

Del resto, dotare il proprio studio professionale di un sistema di rating sintetico, usando questi e altri modelli di lavoro, è certamente un modo rigoroso e corretto di interloquire con le banche le quali usano, come noto, sistemi di elaborazione molto più sofisticati definiti rating interni.

Saper dialogare con il sistema bancario, fornendo calcoli e indicatori finanziari atti a meglio rappresentare la dinamica di bilancio del cliente, sia in logica retroattiva, sia in logica prospettica, usando lo medesima terminologia e meccanica, costituisce indubbiamente un valore per il professionista.

In tal senso, il ruolo del commercialista, come esperto della dinamica finanziaria, appare a mio avviso essenziale nel delicato ruolo di supporto dell’impresa cliente. Appare indubitabile che egli sia – in pectore – il naturale depositario di questo ruolo.

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