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Commercialista: un esempio di consulenza strategica (la pianificazione di strade del vino)

Il dottore Commercialista ha un ambito di attività di consulenza di enorme valore ed importanza, di cui spesso non conosce l’esistenza. Ad esempio, nell’articolo di oggi racconteremo di un caso di consulenza per una “Strada del Vino”, cioè una associazione nel settore vinicolo che aveva la finalità di una progettazione coordinata, di tipo Regionale ma articolata con potenziali effetti sovra regionali.

Per una consulenza del genere, dovendosi trattare di richieste di contributi di tipo pubblico e privato, andando a presentare il progetto a una platea di soggetti potenzialmente interessati, era necessaria una attività di People Management, cioè di gestione dei funzionari e dirigenti dell’Associazione, al fine di scrivere un progetto che fosse adatto al Fund Raising.

I contenuti metodologici del nostro modello

La stesura di un progetto parte da un incarico professionale concreto. Nel caso in specie, vi racconto brevemente di un mio incarico di consulenza strategica che svolsi, anni fa, per una associazione di Strade del Vino interregionale. Si trattava di una consulenza nel settore vinicolo della mia Regione, ma con importanti ricadute territoriali di collegamenti esterni.

In tal caso, il consulente deve procedere con strumenti professionali, quali per prima cosa l’identificazione dell’albero degli obiettivi. Occorre procedere per analisi dei mezzi e fini e identificare le zone esogene al progetto (si veda figura 1).

Figura 1 – Albero degli obiettivi

Come si vede, il primo problema della consulenza direzionale di un piano strategico aziendale è la definizione degli obiettivi, ma è necessario effettuare una vera e propria classifica, discussa con il committente. Partendo dalla analisi mezzi e fini, occorre come seconda tappa del lavoro identificare nella mappa strategica tre elementi fondamentali:

  1. Overall objectives
  2. Project purpose
  3. Results

Di tali concetti si è già trattato, per le definizioni e significati, in precedenti articoli di questo blog, ai quali si rimanda per approfondimenti. (si veda fig. 2).

Figura 2 – Classifica degli obiettivi

Come si è visto, occorre distinguere gli overall objectives dai project purpose, dalle activities e dai results. E’ importante, a questo punto, distinguere la logica generale dell’intervento dei primi obiettivi, quelli di carattere generale.

Serve identificare 4 elementi fondamentali:

  1. Logica di intervento – le linee strategiche generali
  2. IOV – indicatori oggettivamente verificabili
  3. Fonti di verifica – dove verificare i risultati
  4. Assunti e condizioni – elementi identificanti i “killer factors”

Si veda, sul tema, la figura 3.

Figura 3 – Logica di intervento

A questo punto, il lettore avrà compreso che, per passare dagli Overall Objectives e dai Project Purpose fino ai Results, occorre definire le Activities. Tali attività vanno scritte in termini di Work Package, cioè di piano strutturato di azioni, con Task e sotto Task, seguendo una numerazione definita e logicamente articolata (si veda figura 4).

Figura 4 – Work Package

Analogamente, dobbiamo poi definire quale sia la logica di intervento generale. E’ importante riassumere lo scopo generale del progetto, quali siano gli indicatori oggettivamente verificabili, quali siano le fonti di verifica dei dati, sia in ingresso sia in uscita, e infine quali siano gli assunti e le condizioni del progetto (si veda figura 5).

Figura 5 – Logica di intervento generale

Tutto quanto sopra descritto consente al Commercialista una attività di consulenza non di tipo formale, ma sostanziale, che consente di operare in settori ad alto valore aggiunto, a scarsa concorrenza, con una elevata retribuzione del lavoro svolto.

Consiglio professionale

Abbiamo visto in questo articolo come la strategia aziendale sia una materia che consente al Commercialista di intervenire in ambiti di consulenza non ordinari, come ad esempio quello delle Strade del Vino. Sono numerosi i progetti di consulenza possibili in settori alternativi a quelli cosiddetti “classici”, e non è importante la conoscenza del settore, quanto del metodo.

Il consulente strategico o strategic thinker – secondo i manuali di strategia – non è persona specializzata nei settori di intervento, che possono essere molteplici e variegati. Al contrario, è un esperto di metodo. Il mio consiglio professionale è quello di diventare metodologi della strategia, cioè esperti di metodo strategico. Ciò consente di operare in moltissimi settori, aprendo la porta ad attività di consulenza spesso nemmeno immaginate.

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