Commercialista: come trovare il tempo per essere utile al cliente
Sono ormai anni che tratto direttamente con i commercialisti. D’altronde mi occupo di finanza, di euro, e non è possibile non interfacciarsi con il riferimento numero 1 delle PMI italiane, il Commercialista.
Ed è giusto che sia così, perché una consulenza efficace deve tenere conto di tutti gli aspetti che potrebbero preoccupare l’azienda, fiscali, finanziari, societari, ecc…
Sta di fatto che con il mio socio, il dr. Massimo Bolla, che tra un impegno e l’altro si prodiga per spiegare il marketing ai commercialisti (www.marketingpercommercialisti.com) ottenendo un numero di consensi impressionante, visto quanto poco avevano ottenuto altri, ogni giorno raccogliamo richieste, lamentele e suggerimenti da professionisti subissati di impegni e scadenze fiscali.
Ovviamente tutti sognano di lasciare lo studio per dedicarsi ad attività più esaltanti, con maggiori soddisfazioni, ricordando le aspettative che nutrivano tanti anni fa quando intrapresero il percorso del Commercialista. Tante speranze svanite nelle scartoffie e nelle leggi che ti fanno diventare “complice” nell’impoverimento degli imprenditori a cui lo stato ormai chiede anche il sangue.
Ma tra il dire e il fare, come si dice, c’è di mezzo il mare, e sebbene il lavoro sia tanto duro, fare la scelta di cambiare lo è altrettanto: io ho in aula mensilmente oltre 100 commercialisti che ci stanno provando, a cui chiederò di raccontare, per voi, la loro esperienza. In questo breve video il dr. Massimo Bolla parla dei risultati ottenuti e poi si confronta con una giovane Commercialista che ha deciso di affrontare la questione di petto, avviando un nuovo percorso professionale (che non necessariamente esclude il preesistente):
Una situazione comune
Oggi mi ha scritto un amico Commercialista, che mi informa via mail che i dottori commercialisti di una città non riescono ad assentarsi dal proprio studio per partecipare a un evento di aggiornamento.
Nella stessa giornata, chiamo il mio di Commercialista: lo conosco da trent’anni, è mio antico amico di studio e giochi.
Si lamenta con me amichevolmente della tristezza della giornata e delle scadenze.
Poche ore dopo, mi arriva un messaggio di un Commercialista del sud, altro amico, che mi dice quanto i suoi colleghi siano sommersi di scadenze, e si lascia andare ad una affermazione amara… “che vita di m…”!
Sorrido, comprendendo la loro triste vita.
In poche parole, sono seppelliti di scartoffie. Per di più, quelle scartoffie sono urgenze dettate da altri: dal Ministero, dal Burocrate, dal politico di turno.
Ditemi la verità: so che vi riconoscete nelle situazioni che ho appena descritto, e, siccome sapete anche che pure io sono un professionista che vive facendosi un “c” così, volete che ora faccia finta di avere pietà di voi, che vi compatisca, magari sperando che qualcuno poi mi chiami per una consulenza, oppure volete che parli chiaro?
Io so che è dura, so che la mente è talmente satura di casini che sia difficile prendere decisioni serenamente, ma vi consiglio di fare un ragionamento puramente razionale, molto semplice:
- per mangiare servono i clienti
- per avere clienti bisogna essere utili a loro
- essere utili a loro significa fare ciò che loro si aspettano.
E’ chiaro vero?
Quindi, fare l’intermediatore tra impresa è stato è un lavoro diverso che fare i “consulenti utili”, e quindi, non dovete cambiare, dovete fare quello per cui avete tanto studiato: il Commercialista.
Le aziende hanno bisogno di risolvere problemi, ed hanno bisogno di voi:
questo video vi mostra una azienda che,
seguita in modo professionale da chi ha deciso di seguire i clienti in modo diverso,
ha stupito la banca in 6 mesi, ed ora opera in modo completamente diverso sul mercato.
Ecco, questo è quello che facevano una volta i commercialisti, prima che qualcuno li trasformasse in intermediatori e sostituti d’imposta.
Conclusione
Io vi comprendo e conosco bene il vostro problema, ma non venitemi a dire che non avete il tempo di fare le cose.
Io non ho pietà per voi, e non farò la mamma sulla cui spalla piangere.
Siete uomini e donne adulti e vaccinati, di cultura superiore.
Non starò a farvi dotte citazioni di filosofi sul tempo e sull’uso del tempo.
Solo, mi permetto di farvi notare che se non avete tempo di cambiare strada, non la cambierete mai.
Il tempo, nella vita, non può mancare, perché finché c’è vita, c’è tempo. Solo che se state seppelliti nei vostri studi a risolvere grane volute da altri, saranno sempre gli altri a decidere che vita dovete fare.
Nel mentre, le stagioni passano, sapete?
Verrà il momento di fare bilanci di vita, dopo tante serate passate in studio, mentre la gente fuori vive.
Mi viene in mente un film, C’era una volta in America, di Sergio Leone, nella quale un personaggio chiede al personaggio principale, che non vede da trent’anni: “cosa hai fatto in tutto questo tempo”?
La risposta del personaggio (interpretato da Robert De Niro) è meravigliosa:
“sono andato a letto presto”.
Solo che, un giorno, voi non potrete nemmeno dire questo, perché sarete stati alzati le nottate a fare adempimenti e bilanci.