Come si sceglie un Master Specialistico Avanzato
Era settembre dello scorso anno, quando ricevetti la telefonata di un collega professore di ruolo, direttore di un Master in una nota scuola di amministrazione aziendale.
Mi chiese se mi interessasse entrare nella Faculty del Corso, dato che conosceva le mie competenze in finanziamenti aziendali, anche se avevo operato a contratto in altro Ateneo.
Risposi che ringraziavo ma non potevo assumere quell’impegno, dato che proprio lo scorso anno partivo con il mio primo anno di Corso di Master con la mia scuola privata e la cosa avrebbe assorbito gran parte del mio tempo.
“Ah, e cosa insegni?” – mi chiese.
Gli riassunsi telefonicamente il programma annuale del Master, che allego qui sotto per brevità.
Giornata | |
1 | Analisi Bancaria del Bilancio |
2 | Metodologie Quantitative di Costruzione di una Start-Up |
3 | Analisi Finanziaria Professionale |
4 | Metodologie Quantitative per Pian. Fin. di Aziende in Continuità |
5 | Sistemi di Rating Sintetici |
6 | Metodologie di Valutazione dei Progetti di Investimento |
7 | People Management e Consulenza Strategica di Impresa |
8 | PEF: Piani Economici Finanziari |
9 | Valutazione Finanziaria d’Azienda |
10 | Visione Integrata della Consulenza Finanziaria d’Impresa |
“Ah, quindi è sostanzialmente il programma che sviluppano anche i nostri Corsi.” – commentò.
“Con una differenza, sostanziale.” – fu la mia chiosa.
“Quale?”
Riso e fagioli
Dalle mie parti, per me che ho origini contadine, era prassi, durante l’inverno almeno, mangiare riso e fagioli.
Mia nonna lo faceva usando borlotti e lardo come condimento, lo impreziosiva di gusti e cuoceva per ore, tutta la mattina, fino a che non diventava un impasto di colore scuro, quasi moro, succulento. Quando, all’ora di pranzo, tornavo da scuola, il cucchiaio si poteva piantare nel piatto, e restava inclinato, come una bandiera sul gusto.
Quando però, dalle nostre parti, si voleva criticare qualcosa come un prodotto che non aveva una sua limpidezza, una sua chiarezza, si usava dire “è un riso e fagioli.”
Master, Corsi di specializzazione, Corsi professionali e di formazione universitari e non, pubblici e privati, ne ho seguito tanti, in vita mia, per circa 20 anni.
In molti come allievo, in altrettanti, anni dopo, come docente.
Il primo fu nel 1991/1992, cioè venticinque anni or sono, quando mi laureai (anzi, mi iscrissi a settembre che ancora dovevo dar la tesi, presso la medesima Università, Pavia). Fu un anno in cui studiai un po’ di tutto. Quando arrivai a fine maggio mi resi conto che mi avevano insegnato sostanzialmente le stesse materie che avevo già studiato negli anni precedenti, solo con un certo livello di approfondimento teorico; contabilità, marketing, ragioneria, analisi di bilancio, diritto tributario, diritto commerciale e via discorrendo.
Mi parve un riso e fagioli.
Parcheggiatore e professionista
Da allora, per 20 anni, ho seguito come allievo altri corsi, seguendo alcune delle migliori scuole di Milano, Roma, Udine, in diverse materie attinenti alla finanza agevolata e ordinaria.
Anche quando, verso la metà degli anni 2000, iniziai a svolgere anche il ruolo di docente in Master Universitari, mi accorsi che esistono sostanzialmente due logiche, ben distinte, come da tabella 1.
Tabella 1 – Le 2 logiche dei Master
Ampia trattazione di contenuti, con molteplici materie, molteplici docenti, molteplici metodi didattici, aspettative molto ampie su mercato target di ampia dimensione. | Altissima focalizzazione di contenuto, unica materia, unico docente, unico metodo didattico, aspettative focalizzate su mercato target di nicchia. |
Ciò ci conduce a due ben distinti tipi di clienti target, come da tabella 2.
Tabella 2 – Le 2 tipologie di cliente/target
Giovane post laurea in cerca di lavoro, lavoratore dipendente in cerca di carriera professionale. | Imprenditore o professionista in cerca di aumentare l’utile di impresa / studio professionale. |
Vi posso dire che ho insegnato in troppi Master post Laurea per non conoscere la profonda diversità tra le due logiche e i due target.
Se tra i lettori mi legge il giovane appena laureato, in cerca di occupazione, questo è forse motivato dalla logica del parcheggio della propria vita, in attesa di futuri sviluppi. E’ evidente che il tipo di formazione ricercata sia ad ampio spettro, poiché il mercato occupazionale ricercato è ampio. Quindi, il corso promette di tutto un po’, in quanto gli sbocchi occupazionali promessi / opportunità di carriera saranno vastissimi.
Questo conduce a una terza differenza, come da tabella 3.
Tabella 3 – Le 2 logiche del mercato di sbocco
Il corso da parcheggiatore promette sbocchi nel settore amministrativo pubblico, degli enti centrali e locali, delle piccole, medie e grandi imprese, in enti non a scopo di lucro, nel mondo della produzione e servizi. | Un corso come Master Bank si applica al tuo mercato di micro, piccola e media impresa privata.
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Che poi, al termine del Corso di studi da parcheggiatore, non escano per dieci anni concorsi nella pubblica amministrazione promessa come sbocco occupazionale, non si ritiene sia colpa del progettista del Master.
Quindi, se cercate un Corso da parcheggiatore, perché volete avere un’ampia gamma di competenze spendibili su Linkedin, sperando che – prima o poi – vi contatti (proprio voi!) qualche azienda multinazionale per iniziare a lavorare o fare carriera, non leggete questo articolo, perché non vi serve.
Questo perché cambia la strumentalità del Corso, come da tabella 4.
Tabella 4 – strumentalità del Corso
Arricchire il curriculum / acquisire crediti formativi | Arricchire il portafoglio. |
Il che ci conduce, in ultima analisi ad un’ulteriore differenza tra le due logiche, come da tabella 5.
Tabella 5 – Le 2 tipologie di obiettivo del Corso
Insegnare a far cultura. | Insegnare a far fattura. |
Il parcheggiatore si può accontentare di sfoggiare la sua aumentata cultura dando sfoggio di erudizione in inutili quanto appassionati dibattiti su Linkedin.
Ho visto per anni dotti simposi in cui consulenti – solitamente di sesso maschile – facevano a gara a chi ce l’aveva più lungo (il curriculum), in tenzoni retoriche impreziosite da interminabili WOT (wall of text, muri di testo), con citazioni di scuole seguite, di indubbia nomea teorica, e scarsa applicabilità pratica.
Perché affermo che sia di scarsa applicabilità pratica?
Perché quei dotti non si rendono nemmeno conto che stanno cercando, su Linkedin, di vendersi a vicenda, quando tutti sono alla ricerca di lavoro, e non li legge nemmeno un cliente o imprenditore acquirente.
Ma il parcheggiatore ha tempo da perdere.
Il professionista, invece, non vuol dispensare o mostrar cultura, ma fare subito fattura.
Le 5 differenze prioritarie
Il che mi conduce a cinque ulteriori sostanziali differenze tra i Master da parcheggiatore e da professionista.
Le 5 differenze fondamentali tra i Master
I | Nascita del programma |
II | Excel |
III | Word |
IV | POWER POINT |
V | Materiale del Corso |
Non sto facendo filosofia, né usando aggettivi come “di qualità”, “innovativo”, “utile” o “pratico”, perché il professionista o l’imprenditore vuol capire le cose sostanziali, essenziali, in termini di contenuti e non di valutazioni auto referenzianti.
Vediamole.
I – NASCITA DEL PROGRAMMA
Da dove nasce il programma?
Molti anni or sono, come docente di un Master, chiesi la ragione della scelta di un certo programma di Master. La risposta che mi diede l’organizzatore progettista del Corso fu lapidaria:
“Valerio, un allenatore di calcio crea il modulo in funzione dei giocatori che ha.”
Ve la traduco, perché per chi non abbia contezza di come funziona il mondo universitario potrebbe aver bisogno di una traduzione.
In pratica, dato che un certo dipartimento ha certi insegnanti di ruolo, in certe materie, tenderà a costruire e vendere un corso sulla base di quelle materie, e non in funzione di ciò che richiede il mercato. Cioè, il corso si struttura sull’offerta e non sulla domanda.
Oh, poi si è molto bravi con gli aggettivi a negare questa evidenza, ma io affermo che sia sovente così.
Mia nonna che aveva la terza elementare perché poi l’avevano mandata nei campi, avrebbe detto che si fa fuoco con la legna di cui si dispone.
A volte, se la legna è verde, produce solo fumo.
Al contrario – spiegavo al mio interlocutore al telefono – il mio Corso di Master non era nato attorno a un programma, ma quel programma era nato dai bisogni del mercato. Per esser più preciso, prima era nato il problema sul mercato, poi si era risolto in anni di pratica il problema professionale, e solo alla fine era stato, anni dopo, venduto come Corso.
Ma sarà più chiaro parlando delle ulteriori differenze.
II DIFFERENZA – Excel
Mi era stata richiesta anni or sono da un amico commercialista una consulenza specialistica sulla decisione di acquisire una cementeria in Ucraina, e lui si stupì del fatto che io, aprendo il mio portatile, potessi in poche ore creare un modello adatto al caso che mi stava sottoponendo.
Ciò ci consentiva di rispondere in ore, e non in settimane, alla domanda posta dal cliente.
Se state cercando un Master in medicina, è di tutta evidenza che questa differenza, molto pratica, sia non applicabile. Ma dato che questo è un blog che tratta di finanziamenti d’azienda, di fund raising con capitale di rischio o di debito (banche, per capirci), allora la cosa fondamentale è chiedere:
Esiste il modello Excel?
Deve esistere sempre, per ogni argomento trattato, altrimenti è pura teoria.
Ora, so benissimo che ogni casa editrice che produce anche corsi di formazione vanta questa praticità, indispensabile al consulente in finanza aziendale o all’imprenditore, ma non parlo né di modelli chiusi, né di modellini inventati a scopo didattico.
Ho comprato decine dei primi, per scoprire che sono ciofeche, spesso non usabili in prassi professionale, perché il consulente non può rispondere “me lo ha detto il software”, ma deve poter entrare nelle formule.
Ho seguito troppi corsi del secondo tipo per scoprire che sono giochini per bambini, non usabili in prassi professionale, perché il consulente ha bisogno di modelli completi, strutturati, organici, aperti, applicati a casi aziendali professionali e non di meri esempi didattici.
Quelli vanno bene per far didattica e cultura.
Ma il nostro scopo – ricordate? – è far fattura.
III DIFFERENZA – Word
Un avvocato di Genova mi chiese un giorno di dimostrare al tribunale che la pretesa dell’azienda avversaria in una causa, cioè di non pagare quanto richiesto dal suo cliente, era infondata. Tutto l’impianto difensivo dell’avversario si basava sulla contestazione inerente lo stato di presunta insolvenza del suo cliente.
Era necessaria una lettura dei bilanci che portasse evidenze di equilibri reddituali, patrimoniali e finanziari.
L’avvocato era preoccupato del fatto che io gli producessi una relazione fatta di tabelle e calcoli che lui, essendo un giurista, avrebbe avuto difficoltà di rappresentare al giudice.
Fu stupito quando ricevette la mia perizia, che constava di decine di pagine Word, nelle quali le competenze date dai modelli in Excel di cui al punto precedente erano inserite in un contesto organico, composito, fatto di una struttura logica espositiva.
L’avvocato vinse (facilmente) la causa, per manifesta incapacità della controparte di ribattere.
Quindi, se parliamo di finanza aziendale, chiedetevi sempre:
Esiste il modello Word?
Deve esistere per ogni tema trattato dal Corso.
La ragione è semplice; non potete far consulenza con l’Excel. Se siete un commercialista, vi mettete a scrivere ogni volta, ex novo, la nota integrativa, oppure avete, a supporto del bilancio delle cento aziende che seguite, un testo format di riferimento?
IV DIFFERENZA – POWERPOINT
Mi trovavo nel CDA dell’azienda che mi aveva commissionato l’incarico di produrre un piano industriale completo di pianificazione strategica, secondo i dettami comunitari.
L’azienda a partecipazione pubblica, detenuta a maggioranza dal Comune capoluogo ma anche da decine di altri comuni a cavallo di due Province, faceva poi parte di un Consorzio di bacino. Il presidente del Consiglio di Amministrazione era preoccupato, leggendo i due volumi della relazione.
Come possiamo spiegarli in assemblea dei soci?
I soci erano, in quel caso, decine di rappresentanti di diversi enti pubblici.
Si stupì quando tirai fuori e proiettai due diversi tipi di presentazione, una adatta a un intervento di 30 e uno di 60 minuti, con un terzo modello di sintesi di sole 5 slide, adatto a una presentazione di cinque minuti.
Quindi, se cercate un Master per far fatture, chiedetevi sempre:
Esiste il modello PowerPoint?
Devono esserci sempre i modelli in power point, per ogni argomento trattato. A meno che, naturalmente, non vogliate voi perder diversi casi per inventarne uno funzionale, adatto a fare consulenza pratica.
Avrete sempre bisogno di riassumere il lavoro in riunioni, in consigli di amministrazione, collegi sindacali, assemblee di soci, enti pubblici o privati, banche e fondi chiusi. Non potrete leggere le duecento pagine di relazione scritta, in venti minuti.
Disporre di diversi modelli pronti di presentazione ad uso riunione significa avere strumenti professionali di consulenza.
V MATERIALE DEL CORSO
Chiedete sempre quale sia il materiale del Corso.
Nei corsi riso e fagioli che ho seguito, anche presso primarie scuole di finanza, mi sono trovato con diversi docenti che mi davano l’uno appunti fotocopiati, l’altro la copia di tre capitoli di due diversi libri, uno in italiano e uno in inglese, altri ancora dispense di “casi studio” che erano palesemente casi scuola inventati.
Intendiamoci bene.
Se siete interessati al Corso da parcheggiatore, e potete permettervi il lusso, perché siete a casa mantenuti da mamma e papà, di passare qualche mese a tradurre le fotocopie teoriche in Excel, per poi scoprire, in anni di pratica, che avete fatto un mare di cazzate professionali, perché il libro inglese studiato per la multinazionale americana non è adatto alla pizzeria vostra prima cliente, allora buon parcheggio. Lo dico senza alcuna ironia, studiare per parcheggiare un po’ la propria vita è sempre meglio che non far niente.
Se invece volete da domani mattina essere operativi, vi serve, per ogni giornata di Corso, un manuale completo, che spieghi ogni formula del modello Excel, e che contenga negli allegati i modelli Word ed Excel di riferimento, oltre ad almeno un paio di casi non scuola, ma professionali, che potete verificare risolti esattamente con gli stessi strumenti e modelli del manuale.
Allora, se parliamo di 12 giornate di Corso che trattano altrettanti argomenti in un anno, significa arricchire la vostra libreria di un manuale di non meno di 500 pagine per ogni giornata, il che vi consente di avere una biblioteca professionale di almeno 6.000 pagine (senza contare i modelli e i casi professionali svolti).
Sì, ci vuole un anno per padroneggiare quella vastità.
Ma è una vastità di approfondimento focalizzata solo su una e una sola nicchia di specializzazione.
Il valore finanziario del tempo
Lo so anche io che la teoria è disponibile quasi ovunque, in diversi libri inglesi, almeno se parliamo della mia materia (i finanziamenti d’azienda).
Avendo sufficiente tempo, si può tradurre in pratica quella teoria, e costruirsi modelli operativi concreti, adatti a risolvere i problemi professionali del proprio ufficio.
Per esempio, per dotarmi di un sistema professionale (Excel + Word + Powerpoint) di rating sintetico, io ci ho messo un po’ di tempo; 15 anni di lavoro, per la precisione.
Ho dovuto farlo girare il modello Excel e testarlo su migliaia di bilanci, di altrettante aziende.
Ma pensa un po’ – dissi al mio interlocutore dall’altra parte della cornetta – se mi avessero detto 15 anni or sono che per una giornata del costo di poco più di mille euro avrei potuto aver subito disponibile la soluzione, potendo subito far consulenza del valore di una decina di migliaia di euro, per n casi l’anno con n grande a piacere, per i successivi quindici anni, ebbene tu cosa pensi che io avrei risposto?
Una sfumatura
“Ah, ho capito – commentò il mio interlocutore – quindi sostanzialmente l’unica differenza tra il tuo programma e i nostri è il fatto che i tuoi clienti, se fanno il corso al sabato, il lunedì mattina possono far fattura!”
De minimis, praetor non curat.
(il pretore non si occupa delle questioni irrilevanti)
Lo disse come se quella fosse una differenza insignificante, di poco conto, del tutto accessoria.
Compresi che era del tutto inutile commentare.
Vedete, esistono due mondi, sostanzialmente.
Un giorno, parlando con un docente di ruolo di altra Università, giustamente mi spiegò che per loro, la consulenza era un fatto scontato, ma soprattutto una conseguenza di un brand; non era compito loro trovare il cliente, “umiliarsi” a svolgere attività denigranti come la vendita, giacché era il nome della scuola che lo procurava, almeno in certi ambienti, solitamente riservati alla grande impresa.
Un dipendente della pubblica amministrazione, giustamente, considera secondario cercarsi il pane, far fattura, ogni giorno, per una semplice ragione; a fine mese arriva uno stipendio fisso e, saltuariamente, in funzione di logiche che esulano dagli scopi di questi articolo, tramite l’Università, il dipartimento o la scuola di formazione aziendale, arrivano consulenze che integrano quel reddito da dipendente pubblico.
Se siete in questa condizione, fate bene a continuare quella strada.
Ma se siete un libero professionista che ogni giorno deve conquistarsi il pane a libero mercato, magari nel mercato della piccola impresa, allora quel modo di ragionare forse vi sarà un tantino alieno.
Far fattura non è poi così secondario.
Fattura o cultura?
Imparare a far cultura o imparare a far fattura non sono esattamente la stessa cosa.
Chiudemmo la telefonata salutandoci e augurandoci buona sorte, ciascuno convinto delle proprie idee, naturalmente. Io proseguii con il mio progetto privato ed ebbi successo, come raccontano le molte testimonianze di ex allievi di MasterBank su questo blog e sul nostro gruppo Facebook.
Rimasi un po’ abbandonato sulla poltrona a guardare la cornetta, incredulo e meditabondo, ripensando a quella frase finale:
“…quindi sostanzialmente l’unica differenza tra il tuo programma e i nostri è il fatto che i tuoi clienti, se fanno il corso al sabato, il lunedì mattina possono far fattura!”
E non mi pare una differenza da poco.