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Come può il Commercialista fare consulenza direzionale (il governo degli obiettivi)

Il dottore Commercialista talora ritiene di essere un consulente competente in qualsiasi settore di attività. Non è così. Ci sono materie, come il Corporate Strategy and Governance, che non vengono studiate e non sono praticate dalla maggioranza degli studi professionali. Occorrono anni per studiare i modelli, le regole, gli autori più importanti, almeno a livello internazionale. Dopo, soltanto dopo aver studiato e praticato, si possono svolgere quelle attività di consulenza, volgarmente dette “direzionali”, che riguardano le scelte strategiche.

Nell’articolo di oggi, brevemente e senza pretesa di esaustività, tratteremo un tema apparentemente ovvio: gli obiettivi aziendali.

Come vedremo, non è affatto banale la loro trattazione, definizione, descrizione in attività di consulenza.

I contenuti metodologici del nostro modello

La stesura di un progetto parte da un incarico professionale concreto. Nel caso in specie, vi racconto brevemente di un mio incarico di consulenza strategica che svolsi, anni fa, per le società partecipate pubbliche di un Comune capoluogo di Provincia. Una delle società partecipate operava nel settore acqua, gas e servizi collaterali. La prima cosa dalla quale, dunque, si doveva partire, era la definizione degli overall objectives del primo settore di analisi. (si veda figura 1).

Figura 1 – Overall Objectives settore idrico

Come si vede, il primo problema della consulenza direzionale di un piano strategico aziendale è la definizione degli Overall Objectives, che risponde agli interessi degli shareholders. Per definirli, occorre stabilire la logica di intervento, gli indicatori oggettivamente verificabili, le fonti di verifica, gli assunti e le condizioni.

Si presti attenzione al fatto che, per una società, possono esserci diversi livelli di Overall Objectives, a seconda dei settori di riferimento, poiché possono esserci diversi stakeholders. Nel caso in specie, un secondo ramo di obiettivi riguarda il settore energetico. (si veda fig. 2).

Figura 2 – Overall Objectives settore energetico

Come si è visto, occorre distinguere gli Overall Objectives. Parimenti, si devono distinguere puntualmente i vari Project Purpose. Essi sono gli obiettivi di secondo livello, che riguardano non gli stakeholders, ma gli shareholders aziendali. In altri termini, sono gli obiettivi diretti dell’impresa.

Essi vanno definiti con riguardo alla logica di intervento, agli indicatori oggettivamente verificabili, agli assunti e alle condizioni.

Gli indicatori oggettivamente verificabili vanno definiti in termini S.M.A.R.T. (Specific, Measerable, Available, Relevant, Timebound).

Si veda, sul tema, la figura 3.

Figura 3 – Project purpose settore idrico

A questo punto, il lettore avrà compreso che, se ci sono diversi settori di intervento del piano strategico, occorre definire differenti Project Purpose. Come si è detto, se la società ha differenti settori, si devono definire, con la stessa logica, diversi obiettivi, fonti di verifica, assunti e condizioni, sempre considerando obiettivi SMART, cioè oggettivamente verificabili (si veda figura 4).

Figura 4 – Project Purpose settore energetico

Analogamente, dobbiamo poi definire i risultati (Results) della nostra pianificazione strategica aziendale. Anche i risultati vanno espressi in forma di logica di intervento, indicatori oggettivamente verificabili, fonti di verifica, assunti e condizioni. In altri termini, i risultati vanno previsti nel piano, separatamente per i settori di riferimento.

Nel caso in esame, essi erano il settore idrico, il settore energetico e il settore servizi. Ovviamente i risultati dipendono dagli economics, cioè dalle previsioni economiche e finanziarie a medio e lungo termine (si veda figura 5).

Figura 5 – Results

Tutto quanto sopra descritto consente al Commercialista una attività di consulenza non di tipo formale, ma sostanziale, che consente di operare in settori ad alto valore aggiunto, a scarsa concorrenza, con una elevata retribuzione del lavoro svolto.

Consiglio professionale

Abbiamo visto in questo articolo come la strategia aziendale sia una materia che consente al Commercialista di intervenire ex ante, nella dinamica di consulenza, e non soltanto ex post (pagamenti di tasse e imposte, adempimenti, eccetera).

Il mio consiglio è quello di specializzarvi in questa disciplina, poiché consente:

  • Diversi e ampi ambiti applicativi
  • Di operare nel settore sia pubblico sia privato
  • Di incontrare una concorrenza molto bassa
  • Di rivendicare un ruolo di consulenza di elevato standing

I quattro parametri sopra indicati consentono pertanto al Commercialista di operare nella consulenza, non solo sulle proprie aziende già in studio, ma anche in un mercato potenziale. Si pensi soltanto – è appena il caso di farne cenno – al mercato delle società partecipate pubbliche, per le quali solitamente si pensa soltanto a ruoli di CdA, piuttosto che di Revisore Ufficiale dei Conti.

Esistono ruoli di consulenza ben remunerati e altamente ricercati.

Naturalmente, non ci si improvvisa ad alti livelli, in materie ad elevata specializzazione.

Vi aspetto a MasterBANK, dove molti Commercialisti, insieme a me, stanno sviluppando attività di consulenza sulle aziende clienti, con soddisfazione reciproca, del consulente e dell’imprenditore.

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