Come il Commercialista deve riscrivere il bilancio (per dialogare con la banca)
Certo, non si può insegnare al gatto ad arrampicarsi, e nemmeno come fare un bilancio ad un Commercialista. Tuttavia, in questo articolo, ci limiteremo ad osservare, sommessamente, che lo stato patrimoniale letto da un sistema di rating interno di una banca è differente da quello depositato in camera di commercio. La ragione è nel fatto che, in finanza, non usiamo la riclassificazione finanziaria.
Lo so; abbiamo le idee confuse. In effetti – non chiedetemi perché – usiamo per la riclassificazione a fini finanziari quella che non è usata né praticata in Italia, e cioè quella definita funzionale.
Il Commercialista deve sapere che esistono due riclassificazioni usabili, ai sensi del codice civile (ex art. 2424), e una sola usando gli IAS/IFRS.
Lo schema a capitale raccolto e capitale investito è comune a entrambe ma – qui casca l’asino – i totali di entrambe non coincidono. Di qui, tutti gli indicatori e gli indici variamente configurati, sia nei quozienti, sia nei differenziali, divergono.
Non sono qui a disquisire di quale delle due logiche sia la migliore, ma semplicemente a raccontare come stanno le cose nella testa di chi ha il coltello – o il credito, o capitale variamente configurato, se preferite – dalla parte del manico.
Consiglio operativo professionale
Il mio consiglio spassionato è semplice: affiancate, alla ordinaria riclassificazione finanziaria, quella funzionale. Esistono molte ragioni tecniche per le quali farlo, che sono esaustivamente contenute nel video della lezione universitaria allegata a questo articolo.
Sta di fatto che il punto di partenza, semplificato, è quello dello schema allegato:
In tale logica, vale l’equazione seguente, dove il totale del capitale investito è pari a quello del capitale raccolto:
(1) CI = CR
Purtroppo, questa logica, in finanza, non va bene: è una confusione esagerata di poste operative e non operative, di lunghezze temporali e scopi o funzioni differenti. Insomma, non è uno schema adatto alla logica finanziaria, che è quella che seguono le banche.
- Il principio cardine è che le attività operative CORRENTI devono essere finanziate dalle passività operative CORRENTI
- Il principio conseguente è determinare il FABBISOGNO FINANZIARIO attraverso compensazione di attività e passività omogenee per natura o funzione aziendale
Sulla base di tali due principi, di cui – a ben vedere – il secondo è il corollario del primo, occorre riscrivere il bilancio con una logica totalmente differente.
Il mio consiglio è riscrivere quindi il bilancio al fine di fare emergere 5 grandezze fondamentali per l’analisi di tipo bancario e finanziario in genere.
- La riclassificazione funzionale consente di determinare le seguenti grandezze:
Cambia allora totalmente la logica e la struttura dello Stato Patrimoniale, poiché andrà riscritto in una nuova forma, sintetizzata dalla seguente equazione:
(2) CIN = CRN
Agli occhi di un profano – e di qualche Commercialista poco avvezzo a questa materia che mi commentò in rete tempo fa – le due equazioni sarebbero la stessa cosa. Provate a calcolare il più semplice degli indici di bilancio sul totale del capitale investito delle due equazioni, e scoprirete che i due indici, semplicemente, divergono, poiché, se si concorda sul porre l’EBIT al numeratore, il totale sul denominatore è differente.
Non è questione di fare un dibattito su Linkedin, cosa che appassiona tantissimo i perdigiorno, e non certamente il sottoscritto. E’ questione di sapere quale dei due indicatori sia quello usato dalle banche, se volete far l’interesse del vostro cliente, e non riempire di ego il vostro studio, piuttosto che di fatture.
Conclusioni
Il Commercialista è, a mio parere, in quanto studioso dei fatti aziendali, il naturale depositario di questi saperi, che sono – a differenza di altre competenze più trasversali, standardizzabili ed esternalizzabili – alla base di una consulenza ragionata, prestigiosa e normalmente ben retribuita.
Nei prossimi mesi, dopo l’emergenza sanitaria del COVID, io prevedo ci sia una seconda emergenza, ben più grave, di tipo economico. Ci saranno imprenditori che considereranno il Commercialista meramente “quello che mi fa pagare il meno possibile di tasse”.
Potete anche prendervela con me perché lo dico, ma sapete benissimo che non sia la mia opinione, ma quella prevalente – a torto o a ragione, non è questo il punto – sul mercato.
Per contro, io prevedo che in tale scenario, di erogazione del credito rigorosa e meritocratica, per ragioni che esulano dallo spazio di questo articolo, le imprese che otterranno credito dalle banche (o equity da altri operatori) saranno quelle che avranno una consulenza finanziaria di alto livello, documentata, rigorosa, approfondita. Quindi, ci saranno molti imprenditori, anche e sopratutto di piccola e micro dimensione, che avranno bisogno di consulenti in grado di preparare documenti e correlate argomentazioni a loro difesa, non improvvisate ma basate su analisi approfondite ed evolute.
Lezioni gratuite per Commercialisti
Sapere argomentare di questi argomenti e saper inquadrare una tematica di fido bancario, con una consulenza specifica all’impresa, non è cosa banale e non può essere trattata in un solo articolo. Per questo, su questo sito www.strumenticommercialista.com trovate una serie di video lezioni gratuite con una trattazione universitaria di finanziamenti d’azienda, con la possibilità di scaricare le correlate dispense professionali.
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